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lunedì 24 marzo 2008

Il difficile è dimenticare

Una giornata di pioggia.Pasquetta.Vecchioni mi canta una canzone nelle orecchie.E certi amori non vanno via,nemmeno se passa un sacco di tempo.Forse perchè o finchè non riusciamo a trovare qualcosa che ci appaghi di più o allo stesso livello.E' difficile dimenticare.Mi fa male la pelle,mi fanno male le orecchie.I ricordi sono come un soffio di vento,come una grande pioggia,come la pioggia fuori dalla mia finestra.Basta una canzone che citi un elemento,l'elemento scatenante.Mi chiedo a cosa serva ripensarci,se certe cose non possono tornare.E' una sorta di masochismo?
E' nella natura umana tormentare il cervello con i flashes?O solo nella mia insoddisfatta natura?
Forse quello che fa male è la speranza di un ritorno.I cassetti non sempre si chiudono a doppia mandata,non lo si vuole fare,se è solo una questione di volontà.Eppure a volte mi sembra che sia il mio cuore a guidarmi,verso testi pieni di parole familiari.Coincidenze che riaprono ferite credute cucite.
E' nella mia natura,è nella natura umana dimenticare a fatica.
Anche davanti alla morte evidente,perchè si nega,soprattutto davanti all'evidenza.E pensare alla realtà di quella frase gettata un giorno per caso sul tavolo delle chiarezze:"A volte non basta solo l'amore".
Forse no,ma basta a stare male tutta una vita.


"Bologna è un vecchio che ripete la mia vita,l'ultimo amore e l'osteria che mi è restata.E intanto fuori è temporale,la greca canta un libertale che già le diamo per scontato.Ricordo quasi per inciso,qualcuno mi sfiorava il viso ed ero stato proprio male".

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