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giovedì 13 dicembre 2007

I rischi del mestiere

28/11/2007 - Carriere bruciate per colpa di MySpace Uno studio inglese avverte i giovani: attenzione a ciò che dite di voi sui siti di social networking

LONDRA - Rivelare i propri gusti e le proprie preferenze online, su siti come Facebook o MySpace è normale per chi è solito frequentare i social network. Del resto, se si desidera stringere nuove amicizie in rete, è necessario esporsi un po' e raccontare qualcosa di sè, in modo che gli altri possano farsi un'idea della persona con cui interagiscono. E infatti milioni di persone, soprattutto giovani, non esitano a delineare il proprio profilo all'interno di pagine web che chiunque potrà visitare e visionare. Ma dall'ufficio del tutore della privacy britannico arriva un monito, rivolto proprio ai tantissimi ragazzi avvezzi a tale pratica: ciò che oggi dite di voi, nei siti di social networking, un domani potrebbe rovinare la vostra carriera.


BOOMERANG - Proprio così: l'authority d'oltremanica è convinta che in futuro le informazioni personali che i giovani hanno reso pubbliche online potrebbero giocare a loro sfavore, e compromettere per esempio la possibilità di essere scelti per un impiego. E a dire il vero sono gli stessi giovani internauti i primi ad ammettere che alcune cose da loro riportate online potrebbero essere per certi versi sconvenienti: un sondaggio dell'Information Commissioner's Office (Ico) britannico rivela infatti che circa il 71 per cento dei 2mila ragazzi intervistati (di età compresa tra i 14 e i 21 anni) dicono che preferirebbero rimuovere alcuni materiali dalle pagine dei loro profili per impedirne la visione da parte di colleghi o datori di lavoro che volessero cercare informazioni su di loro in rete (pratica sempre più diffusa tra chi seleziona il personale). Il che suggerisce che sarebbe sempre opportuno riflettere prima di postare qualsiasi cosa online e domandarsi se sia davvero il caso che il mondo sappia - per esempio - che all'età di 16 anni è capitato di rubare qualcosa in un supermercato, così, solo per una sfida con gli amici.
PRUDENZA E RISCHIO - La prudenza comunque vale sempre, insiste David Smith - ufficiale presso l'Ico - non solo quando si raccontano le proprie inclinazioni, ma anche quando ci si limita a fornire i dati anagrafici, o quando si accetta amicizia da persone con le quali non si è scambiata una parola. Due terzi degli intervistati hanno infatti ammesso di avere in lista amici dei perfetti sconosciuti, mentre il 60 per cento ha dichiarato di aver pubblicato la propria data di nascita, il 25 per cento non nasconde le informazioni sulla propria qualifica e uno su dieci non si fa problemi a fornire addirittura l'indirizzo di casa. Il rischio è quello di vedersi rubare i dati personali e finire vittime di frodi, e non solo. Tuttavia, Smith è convinto che quando i giovani sono messi al corrente di ciò che rischiano diventano più scrupolosi e attenti, e il fatto che il 95 per cento dei partecipanti all'inchiesta ha dichiarato di avere a cuore il modo in cui i propri dati personali vengono utilizzati dalle aziende per scopi pubblicitari, ne è la dimostrazione. «Dobbiamo aiutare gli adolescenti a prendere consapevolezza di ogni aspetto dell'era dell'internet, in cui si trovano a vivere - conclude Smith -, perché può sembrare divertente, ma sfortunatamente il cyberspazio non è sicuro e tranquillo che in molti credono».

1 commento:

Paolo Margari ha detto...

Ciao Carlotta, spero che presto voglia entrare nel team dei ns autori su 0832.tv
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Paolo